venerdì 30 maggio 2008

"IL VISITATORE" parte 1°

Mezzanotte: il grande e vecchio orologio a pendolo che troneggia nel salotto suona i 12 rintocchi.
Sono distesa sul divano, il coltello ancora in mano, lui invece è là, che ansima, mi guarda con quei suoi occhi gelidi, inumani e avidi.
Azzarda un passo nella mia direzione.
Io tremo, conto gli attimi, aspettando il momento cruciale...lui accenna un sorriso, e il tempo pare fermarsi: oramai è finita...manco solo io.
Tutto ebbe inizio circa un'ora fà... ancora non me ne capacito.
Erano le 11.00, e io tornavo dal cinema: il film era la classica commedia romantica a lieto fine, e me ne sarei andata ben prima se non avessi pagato quella cifra per il biglietto.
Fù allora che lo incontrai.
Era un ragazzo alto, magro e anche un po' pallido.
A prima vista gli avrei dato diciotto anni o giù di lì, comunque sia sembrava molto giovane.
All'inizio non parve vedermi: era appoggiato scompostamente al muro e ogni tanto sembrava che tremasse...poi d'un tratto s'accasciò.
-Stai bene?-dissi io preoccupata.
Lui non mi rispose e, molto lentamente, alzò la testa e mi fissò.
Era un viso molto fine, ma inespressivo e privo di vita... avvertii un brivido lungo la schiena e l'aria parve ghiacciarsi in quel vicolo illuminato solo dalla fioca luce del lampione.
Quasi d'istinto feci un passo indietro, mentre il ragazzo si tirò sù stancamente. c'era in quella figura qualcosa che mi fece gelare il sangue e così, senza pensarci sù due volte, girai i tacchi e corsi via.
Lui mi guardava andarmene immobile, poi sparì nella notte.
Trenta minuti dopo ero davanti a casa, la mia casa.
-è tutto a posto... che scema che sono!- cercai di convincermi.
per qualche strana ragione la sola vista di quel tipo mi aveva messo la tremarella... no, non era qualcosa d'imprecisato, era stato quello sguardo: due occhi dorati e spenti che mi fissavano... e io che me ne ero corsa via in quella maniera, senza neanche voltarmi! se avesse voluto, avrebbe anche potuto seguirmi...
con questi pensieri in testa cercai di aprire il cancello, ma fù inutile. Mina (la mia coinquilina) aveva chiuso senza avvisarmi, e io ero senza chiavi.
feci un bel respiro e scavalcai il cancello a fatica, percorsi il vialetto che attraversa il giardino e aprii la porta: la bianca luce della luna lasciava intravedere un vero e proprio campo di battaglia che andava oltre a dove io potevo vedere. allora notai sul pavimento delle chiazze umide per terra, ma non riuscii a capire cosa fossero di preciso: era troppo buio.

to be continued

4 commenti:

Anonimo ha detto...

sangue, magari? :)
inquietante...

Anonimo ha detto...

Vampiri sempre e comunque, eh?
No, scherzo. Molto bello questo inizio... mi immagino il seguito, però!

yukiko sutcliff ha detto...

allora vi è piaciuto? ^-^
il seguito è venerdì prossimo!

Momo ha detto...

uffi.. ci hai lasciato cosi sul suspance che adesso penso solo a come andrà a finire!
comunque tua mamma è strana forte se riesce a fare quello che mi hai detto perchè è impossibile...^-^
Baci Momo!